(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

VIAREGGIO. “Quando, la scorsa estate, giunse a Viareggio il Commissario Prefettizio, in tanti tirarono un sospiro di sollievo: pareva che arrivasse un salvatore, una specie di figura mitologica, capace di risolvere – in un colpo solo – tutti i problemi della città. A distanza di molti mesi, i fatti ci consegnano una realtà ben diversa: le imprese, spremute all’inverosimile, sono al collasso, i soldi incassati dal Comune finiscono in mille rivoli di spese e pagamenti pregressi, i creditori bussano alle porte, la Corte dei Conti controlla e ogni tanto si sente agitare lo spettro del dissesto finanziario”.

Parole dure quelle di Ascom, l’associazione commercianti di Viareggio sulla crisi che si respira in città. Ieri i commercianti della zona mercato hanno manifestato e chiuso i negozi per protesta. Oggi con forza si fa sentire Ascom.

“Non più tardi di una settimana fa, in cronaca di Viareggio, abbiamo lanciato un appello a tutte le amministrazioni perché vengano incontro ai commercianti, che tentano disperatamente di salvare le proprie imprese. Ciò nonostante  – dice Ascom –  neppure le prossime elezioni amministrative, al momento, hanno risvegliato l’interesse di tutti i partiti verso la nostra categoria: al di là di qualche singola e magari discutibile presa di posizione, sui temi più importanti (tra cui traffico e parcheggi, igiene e decoro, pressione fiscale, promozione del territorio) ciò cui si assiste è la politica dell’attesa e del rimando”.

“Le aziende, intanto, muoiono: per questo Ascom Viareggio sostiene, senza se e senza ma, forme di protesta come quelle recentemente organizzate dai commercianti di Piazza Cavour. Quanto possiamo ancora sopportare i gravi problemi della zona? Quante riunioni in Comune, a tutti i livelli, sono ancora necessarie affinché siano trovate le giuste soluzioni? La scorsa settimana, per esempio, abbiamo incontrato il dirigente del SUAP per la questione dei bagni sotto le logge: appreso tra l’altro che il Comune, da mesi, non paga la cooperativa che dovrebbe gestire il servizio, non avendo altra scelta abbiamo chiesto la chiusura immediata dei bagni – devastati da ignoti e invasi dagli escrementi -, la loro ristrutturazione e l’immediata riassegnazione del servizio ad un soggetto – chiunque esso sia – che sia tutelato nella propria gestione e dia garanzie di affidabilità”.

“Riguardo al tema dei banchi chiusi, anch’esso sotto i riflettori delle giuste proteste, Ascom da tempo chiede il ripristino della figura del vigile di mercato (utile anche a molti altri servizi complementari) e lo stesso SUAP ci ha assicurato che sta registrando quotidianamente le presenze degli operatori. In merito a traffico e parcheggi, dopo aver chiesto alcune correzioni al sistema degli stalli a pagamento e degli abbonamenti, abbiamo assistito all’aumento delle tariffe e stiamo studiando ogni possibile azione legale. Nel frattempo è fermo il terzo lotto dell’asse di penetrazione e un intero quartiere, la Darsena, che per inciso sta cercando con merito di far rivivere la propria festa rionale, affoga”.

“Ovviamente tutto deve avere un bilanciamento, anche il rapporto tra la città e le sue imprese, che pure danno occupazione e indotto. Ci sembra, però, che a dover “dare” siano sempre i commercianti: ogni volta che avanziamo una richiesta, la risposta è che non ci sono soldi e che quindi è irrealizzabile, oppure sono chiesti a noi i finanziamenti, come per la recentissima questione della tensostruttura in Piazza Mazzini. Essa, al pari dell’accorpamento dei rioni, è un grave errore di strategia perché sacrifica le attività esistenti, già minate dalla crisi e da scellerate politiche locali (si pensi solo – per la Passeggiata – ad alcune norme del nuovo regolamento su verande e gazebi). Davvero dovrebbero pagare i commercianti per i bagni pubblici, oppure per togliere la tensostruttura? Ma da dove pensate, cari amministratori, che il Comune dovrebbe trarre già le risorse per fare queste cose? Davvero pensate che non siano già sufficienti le bollette di migliaia di euro per le tasse sui rifiuti e quelle, altrettanto pesanti, sul suolo pubblico, che ogni giorno affollano le scrivanie di Ascom? Il sistema delle banche, specie degli istituti più grandi e rappresentativi, da qualche tempo si sta aprendo a nuove forme di collaborazione con la nostra Associazione. Solo il c.d. “palazzo” continua a ragionare in base a leggi e regolamenti vecchi, con strutture che si muovono come pachidermi e che non riescono a soddisfare il bisogno di aiuto delle imprese. Ascom è con i commercianti, ogni giorno al loro fianco, mentre parla con tutti gli operatori del pubblico e del privato che hanno, o si candidano ad avere, un ruolo nel tessuto economico e politico della città. Questa è Ascom, sempre al servizio dei commercianti: a volte, se non vista per strada, è per qualche ufficio o Banca a cercare di salvare qualche impresa in pericolo di vita”.

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ultimo aggiornamento: 30-01-2013


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